ENTE APPALTANTE Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale - Roma
SOPRINTENDENTE Dott.ssa Anna Maria Moretti
PROGETTO ARCHITETTONICO Arch. Francesco Scoppola
PROGETTO STRUTTURALE Prof. Ing. Giorgio Croci
DIREZIONE DEI LAVORI Arch. Francesco Scoppola
Il complesso degli edifici che compongono la Villa Poniatowski a Roma fa parte di una vasta tenuta, estesa dalla via Flaminia e adiacente alla via di Villa Giulia. La Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria meridionale, che ha sede proprio a Villa Giulia, ha promosso il recupero dell’ampio complesso nell’ambito dei più vasti piani di recupero previsti dal Giubileo 2000 e per la nascita di Roma Capitale, proponendone la sistemazione museale come estensione del Museo presente nella Villa Giulia stessa. Gli edifici oggetto dell’intervento comprendono gli annessi alla Villa vera e propria, cioè gli ex Studi Artistici e le ex Concerie Riganti. Per la complessità dell’intervento e in considerazione dei notevoli importi necessari, l’esecuzione dell’opera è stata suddivisa in lotti successivi. La Villa Poniatowski nel corso dei secoli ha subìto variazioni di confini e di proprietà. Dopo il 1570 il Cardinale Pier Donato Cesi acquistò la proprietà che già nel 1581 fu descritta da Michel de Montaigne come una delle magioni più belle di Roma.
Risale al 1683 un’incisione di G. F. Venturini, che mostra una veduta della Villa detta dei Borromeo, per via del fatto che il Cardinale Federico Borromeo fosse figlio di Giulio Cesare, marito di Giovanna Cesi. Nel 1702 fu ceduta dai Cesi ai Sinibaldi che, dopo averla fatta trasformare in forme barocche, nel 1798 la vendettero ai Candelori. Nel 1800 la proprietà passò dai Candelori a Stanislao Poniatowski, il quale la fece trasformare dal Valadier, per poi, a sua volta, cederla nel 1826 all’inglese Richard Sykes. Il Valadier ha lasciato degli appunti in cui appare una “veduta prospettica” della Villa da trasformare e uno “studio” per la Sala dell’Ercole. Alcuni elementi del progetto del Valadier si ritrovano forse nella veduta di Parboni che è coeva perché eseguita nel 1818. Dopo il 1826 la Villa cambiò più volte di proprietà, fino a quando nel 1871 entrò in possesso della famiglia Riganti. Questi ultimi ne proseguirono lo smembramento fino a che, nel 1989, la Villa passò allo Stato insieme alla Conceria, ma priva del terreno adiacente, venduto negli anni precedenti allo scopo di ampliare e migliorare le attrezzature del Museo Nazionale Etrusco, nella contigua Villa Giulia.
(D. Lgs n. 24/2023)
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