ENTE FINANZIATORE Ministero della Pubblica Istruzione Ministero dei Lavori Pubblici
ENTI APPALTANTI Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d’Abruzzo - L’Aquila
SOPRAINTENDENTE Prof. Guglielmo Matthiae - Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche - L’Aquila
INGEGNERE CAPO Ing. Savino Mioni
PROGETTO Arch. Augusto Angelini - Ing. R. Iaboni
DIREZIONE DEI LAVORI Arch. Angelo Calvani - Ing. R. Iaboni
La Basilica di San Bernardino, uno dei più insigni monumenti della città dell’Aquila e dell’Abruzzo, si affaccia sull’omonima piazza, al culmine della scenografica scalinata che vi conduce. La grandiosa facciata presentava lesioni delle lastre e degli altri elementi in pietra, slegati dalla retrostante muratura e soggetti a fenomeni di schiacciamento. L’intera struttura della facciata, a sua volta, risultava distaccata dai muri longitudinali della chiesa e gravemente lesionata a causa del cedimento delle fondazioni. Erano motivi più che sufficienti per intraprendere i necessari lavori di consolidamento, grazie ai finanziamenti disposti da diversi enti. Le opere iniziarono nel 1958 e si conclusero nel 1961. La Basilica è stata danneggiata nel 2009 dopo la scossa di terremoto del 6 aprile, e i danni sono stati molto minori di quanto potesse attendersi proprio grazie alla efficacia dell’opera di restauro dell’Impresa Cingoli, svolta ben mezzo secolo prima.
Per iniziativa di Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca la Basilica venne edificata nella seconda metà del XV secolo in onore di San Bernardino da Siena. Presenta una pianta basilicale a tre navate che si raccorda a un’ampia aula ottagonale, sulla quale è impostata la grande cupola. La splendida facciata, risalente al 1527, è opera dell’architetto Cola dell’Amatrice, che si avvalse delle formule decorative e degli spartiti architettonici tipici del Rinascimento. Si presenta suddivisa in tre ordini al secondo del quale si trova una finestra serliana affiancata da due finestroni circolari, spartiti da colonne binate che si ripetono nei tre ordini sovrapposti in stile tuscanico, ionico e corinzio. I suddetti oculi servivano a dare luce alle navate laterali, più alte delle attuali, ricostruite dopo il terremoto del 1703, durante il quale erano crollate le cupole e la navata centrale. Le opere di ricostruzione, ultimate nel 1730, conferirono all’interno l’attuale aspetto barocco.
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