MURA E PORTE URBICHE

ASSISI (PERUGIA) - 1999/2001

Le mura di Assisi, in quello che è l’aspetto odierno, possono essere fatte risalire al 1198 quando, con l’istituzione delle autonomie comunali, i Consoli, Bombarone prima e Tancredi poi, cercarono di recuperarne l’assetto difensivo dopo le distruzioni arrecatevi da Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi, quest’ultimi alle soglie del IX secolo. In realtà, gli apparati murari erano la riproposizione di quelli del II secolo a.C., quando l’abitato s’era andato sviluppando intorno al Tempio di Minerva. Tra il 1228 e il 1236 furono ampliate per includervi la Basilica di San Francesco, con la nuova Porta, e nel 1260, il Monastero di Santa Chiara. L’attuale tracciato, che si sviluppa per circa 4.600 metri, risale al XIV secolo, sulla base del progetto del 1316. Sia gli apparati murari, che fanno capo al Monastero benedettino di San Pietro, sia la Porta Sementone, fanno parte della terza fascia muraria trecentesca. Le mura di San Pietro, per la loro consistenza, potrebbero corrispondere a un sistema bastionato, che però oggi risulta profondamente alterato dai vari terremoti subiti e dalle stratificazioni storiche configuratesi al suo interno. La Porta Sementone, una delle otto Porte urbiche della terza cerchia muraria, dopo essere stata chiusa nel XVI secolo, venne riaperta nel 1925. Nell’ultimo restauro questa sezione delle mura fu in parte completata con un’improbabile merlatura guelfa, a imitazione di quella sui palazzi dei Priori e del Capitano del Popolo, che si trovano in Piazza Grande. Le mura appaiono incluse in varie “piante scenografiche” della città: quella di Giovanni Lauro del 1599, quella del Bertarelli del 1616-1629, quella di Lasor a Varea del 1713 e infine la pianta dell’Orlandi del 1770-71.

Tutte sono dominate dal consistente complesso di San Francesco con la relativa Porta, oggi compresa tra via Marconi e piazzetta Bonghi.Fin dal 1246 questo lato delle mura aveva un accesso detto “portella San Francisci” o anche, più spesso, “porta filiorum Crisci”, come appare già dal 1267. Le Porte d’accesso alla città erano in prevalenza dislocate nella parte meridionale affacciata verso valle e in corrispondenza dei principali tracciati di collegamento con Spello, Collemancio, Perugia, Gubbio e Gualdo. La Porta Nuova, in particolare, data la venuta del Cardinale Albornoz nel 1365, allorché i Priori ordinarono che la Torre sopra la Porta di Santa Chiara fosse aperta dalla parte interna, realizzando così un nuovo accesso da oriente. Nel 1999 è apparsa inderogabile la necessità di porre in atto un efficace e unitario intervento di consolidamento e restauro sulle vestigia del medievale apparato di cinta della città. Le Porte urbiche e i tratti di mura, pur se oggetto di precedenti restauri, presentavano fenomeni di degrado dovuti a depositi inquinanti, a dilavamento delle malte e alla disgregazione delle stesse per la presenza di vegetazioni infestanti e, infine, alla naturale vetustà dei manufatti. Anche le modifiche urbanistiche della città contribuivano, in alcuni casi, ad aggravare le condizioni statiche generali: il tratto di mura presso la Porta San Pietro, per esempio, funge attualmente da muro di contenimento del retrostante terrapieno. Oppure, in altri casi, tendevano a modificare le proporzioni plano-altimetriche originali, come la costruzione della strada di circonvallazione. A questa situazione, già abbastanza preoccupante, si erano venute a sovrapporre le conseguenze del terremoto del settembre 1997, con l’inevitabile corollario di fessurazioni più o meno gravi e di distacchi di elementi lapidei.

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