CAPPELLA DELLA SACRA SINDONE

TORINO - 2007/2008

ENTE APPALTANTE Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte

ALTA SORVEGLIANZA Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Piemonte

PROGETTO Prof. Ing. Giorgio Macchi - Prof. Ing. Paolo Napoli - Dott. Arch. Walter Ceretto - Ing. Stefano Macchi - Ing. Gian Carlo Gonnet

DIREZIONE DEI LAVORI Prof. Ing. Paolo Napoli

COORDINATORE PER LA SICUREZZA Ing. Gian Carlo Gonnet

Il restauro all’interno della cappella della Sacra Sindone di Torino è consistito in una serie di interventi di consolidamento della parte basamentale e delle strutture sottostanti: scurolo, cripta e muri longitudinali del Duomo. L’oggetto della gara era, infatti, la “riabilitazione strutturale della cappella della Sindone – I fase – interventi sulle strutture basamentali”. Il lavoro ha costituito lo sviluppo di una parte delle opere previste dal progetto preliminare di restauro complessivo. L’anticipazione di questa parte rispetto alla totalità del progetto d’intervento ha consentito di anticipare l’inizio dei lavori e, di conseguenza, il loro completamento. La cappella della Sacra Sindone fu commissionata a Carlo Castellamonte dal duca Emanuele Filiberto di Savoia per conservare il telo della Sacra Sindone custodito dalla famiglia ducale sabauda. Iniziati nei primi anni del 1600, e temporaneamente fermati attorno al 1621, i lavori ripresero nella seconda metà del Seicento, quando il progetto fu affidato ad Amedeo Castellamonte, figlio di Carlo, e a Bernardino Quadri. I due architetti concepirono un edificio a base quadrata incastonato tra il Palazzo Ducale, futuro Palazzo Reale, e l’abside della Cattedrale di San Giovanni Battista. Nel maggio del 1668, quando ormai i lavori erano iniziati da circa 60 anni, Guarino Guarini fu nominato Ingegnere Ducale per la Cappella della Sindone. Risale infatti al 1607 la prima traccia documentale di una fornitura di colonne di marmo nero per la Cappella: si tratta dell’esecuzione del primo progetto, preparato da Carlo di Castellamonte.

Il piano del nuovo tempio era collocato praticamente allo stesso livello del Duomo, da cui si accedeva con pochi gradini. I documenti sull’andamento della costruzione testimoniano un’attività del cantiere fino al 1621; seguì un periodo di stasi, fino a quando, su richiesta del Principe Cardinal Maurizio, un nuovo progetto, radicalmente diverso dal precedente, fu preparato da Amedeo di Castellamonte, e dall’architetto italo-svizzero Bernardino Quadri. Un documento ufficiale, datato 5 giugno 1657, autorizzò la realizzazione del progetto di Quadri, del quale, però, non è pervenuto nulla, tranne un disegno conservato nella Biblioteca Reale. L’impresario Bartolomeo Pagliari fu incaricato nel 1657 di demolire, per quanto necessario, le fondazioni del 1611 e di procedere con la nuova costruzione. Nel 1666, due anni prima dell’arrivo di Guarini, i muri avevano raggiunto il secondo ordine. Tuttavia sorsero dubbi se la qualità dei materiali e i lavori che erano stati eseguiti fossero idonei a reggere il peso della cupola della cappella: una riunione di cantiere straordinaria si svolse il 10 settembre 1665, con l’intervento di ingegneri, architetti e costruttori. Quando Guarini arrivò sul cantiere, nel 1668, trovò un’opera già avanzata, con alcune caratteristiche che non potevano essere eliminate: la pianta circolare, le scale laterali e la grande finestra verso il Duomo. Fece demolire una parte delle strutture, risparmiando il livello del primo ordine, e riprogettando radicalmente il resto.

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