ENTE APPALTANTE Amministrazione Provinciale di Firenze
PROGETTO ARCHITETTONICO Arch. Pier Luigi Caldoro - Arch. A. Caliterna
STRUTTURE Ing. E. Passaniti
IMPIANTI p.i. A. Badii - p.i. A. Carmannini - coll. est. p.i. G. Falchi
DIREZIONE DEI LAVORI Arch. Pier Luigi Caldoro
COORDINATORE PER LA SICUREZZA Ing. V. Fusco
La Villa di Castelpulci, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, domina tutta la vallata dell’Arno tra Scandicci e Lastra con il suo imponente prospetto, e da sempre ha rappresentato un vero punto di riferimento per tutti coloro che si dirigevano verso Firenze. Il complesso monumentale, modificato e ampliato durante i secoli, comprende un corpo principale, quello della villa, e uno in prossimità, quello della dependance, che a sua volta ingloba all’interno il pregevole Oratorio di San Jacopo, anche questo fortemente degradato a causa del lungo stato di abbandono in cui versava. Al momento dell’inizio dei lavori, solo la parte della villa era stata oggetto di un primo lotto di intervento, che ne avrebbe dovuto assicurare il consolidamento strutturale complessivo; pertanto, su questo fronte, i lavori sono consistiti per lo più in tutte quelle opere di finitura e impiantistiche necessarie a garantirne l’utilizzo auspicato. Per la dependance si è trattato, invece, di far fronte alla globalità dei lavori necessari al recupero e all’adeguamento funzionale, con opere sia di consolidamento generale che di finitura e impianti. L’impianto medievale originario del “palatium” di Castelpulci risale alla prima metà del XIII secolo, quando ancora il complesso rivolgeva il suo fronte principale con la torre a nord-ovest ed era impostato su un nucleo fortificato ad “L” collegato, attraverso una corte, all’attiguo Oratorio di San Jacopo.
Il passaggio da “palatium” a “villa” avvenne nella prima metà del XVI secolo sotto il Vescovo di Volterra, monsignor Francesco Soderini, che ne gestì l’ampliamento riproporzionando il complesso in relazione proprio alle dimensioni del cortile, trait d’union e filtro tra l’esterno e l’accesso principale alla villa. Nell’ampliamento, il nucleo medioevale rimase inalterato e, oltre ai nuovi locali ridistribuiti sui tre piani intorno al salone centrale, tra i quali anche i pregevoli ambienti voltati a pian terreno, la villa venne dotata anche di un “hortus conclusus” ubicato a ovest e protetto dalla campagna da un muro di cinta. Fu il successivo passaggio di proprietà alla famiglia Riccardi, sul finire del XVII secolo, che le conferì l’aspetto e le dimensioni attuali, con l’ingresso sul fronte settentrionale e il collegamento alla Via Pisana. Nella seconda metà del XVIII secolo il desiderio di nobilitare l’edificio per renderlo consono al rango della famiglia Riccardi, unito all’esigenza di allontanarsi da Firenze, che allora versava in pessime condizioni di salubrità, furono due pretesti che ne condizionarono l’ulteriore ampliamento e trasformazione in villa suburbana, articolata su due ali simmetriche, contenenti all’interno un chiostro e un “hortus” e sviluppate intorno a un nocciolo duro centrale. Nella seconda metà del XIX secolo, in seguito all’estinzione del ramo principale dei Riccardi, la villa fu riconvertita a succursale dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale fino al 1973 quando, con il venir meno di ogni funzione, iniziò il suo decadimento.
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